Test #0/1 - I "silenzi storici" della Chiesa di Roma
Secondo post di prova della nuova newsletter che conto di lanciare a breve. Qui cominciamo ad affinare il progetto che prevede un intro, un post lungo e qualche informazione più breve a seguire.
Benvenuto su “E’ la Storia Bellezza”, la newsletter settimanale che prova ad offrire uno sguardo diverso sul rapporto tra attualità e Storia, offrendo notizie e riflessioni prese dalla stampa di tutto il mondo. A scrivere sono sempre io, Fabio Andriola, e oggi mi sono concentrato su una situazione che a me pare paradossale e che riguarda la più antica istituzione morale, religiosa e politica del mondo alle prese con la sua lunga storia. Buona lettura
«Santa Romana Chiesa ha cominciato a respirare quando ancora sulla Terra viaggiavano Celti e Parti, Sciti e Goti, sopravvivendo ad ogni civiltà. Difficile insegnarle (o suggerirle) come stare quaggiù senza frequentare il ridicolo...». Comincia così l'editoriale di Dario Fabbri sull'ultimo numero della rivista di geopolitica "Domino", numero dedicato alla crisi della Chiesa cattolica alla vigilia del nuovo Giubileo. Una crisi strategica, quella del Vaticano, che riguarda il suo posizionamento a livello mondiale ma anche le sempre più deboli proiezioni esterne e le forti tensioni interne di quella che ad oggi è, Fabbri dixit, l'«unica superpotenza globale assieme agli Stati Uniti».
Le attuali difficoltà della Chiesa universale hanno avuto un lunghissimo prologo proprio sul fronte storico: sono secoli che si attacca il Cattolicesimo su vari fronti storiografici, dalle crociate all'Inquisizione, dalla "caccia alle streghe" ai "silenzi di Pio XII". In Italia poi, il processo risorgimentale ha avuto un ostacolo duro - e infatti è stato l'ultimo ad essere sorpassato - proprio nel Vaticano: da qui il diffondersi di polemiche molto efficaci nel nutrire quella "leggenda nera" che ha finito per farsi senso comune (con ricadute grottesche con le ricorrenti polemiche su crocifissi e presepi) in molti strati sociali, anche tra quelli che dovrebbero essere più culturalmente avvertiti e attrezzati. Ovviamente, nessuna storia è priva di ombre e quella della Chiesa cattolica non è certo un'eccezione. Ma, anche in questo caso, gli attacchi non sempre sono onesti, solidi e documentati e rivelano quindi ragioni non strettamente storiografiche ma piuttosto spinte politico-ideologiche. E qui arriviamo al punto vero della questione: gli attacchi ci sono, ci sono sempre stati e continueranno in futuro. Ma che risposta trovano?
Nonostante sia una "potenza globale", con duemila anni di storia, circa un miliardo e mezzo di (più o meno) fedeli, una rete capillare di mezzi di informazione in tutto il mondo, incredibilmente il Vaticano sembra faticare a trovare parole e mezzi idonei per ribattere e affermare le proprie ragioni in campo storico. La pubblicistica cattolica è abbastanza disorganizzata e ghettizzata così come lo sono, ad esempio, le produzioni audiovisive. Non mancano le idee, le ragioni, le penne e le antenne ma la cabina di regia è vuota o molto distratta, quasi l'emergenza non venga avvertita. A non sottovalutare il fenomeno resta un pugno di testate, in Italia e all'estero, al cui lavoro diamo voce questa settimana. Come si vedrà ci sono dati, documenti e ragionamenti che andrebbero valorizzati non per imporre una ipotetica "contro verità" ma per alimentare un dibattito storiografico sereno e paritario. Ma che dibattito può esserci se da una parte si urla e dall'altra si parla sottovoce o ci si gira dall'altra parte?
Una frase
«Quale epoca può comprendere l’Inquisizione medioevale meglio della nostra, a condizione di trasferire il reato d’opinione dalla sfera religiosa a quella politica?». Régine Pernoud, storica medievista francese (1909-1998)
Cose interessanti e curiose trovate in giro
Gli storici dovrebbero fare più attenzione alle “voci di Palazzo”, utili per ricostruire retroscena e colmare le lacune delle fonti. Lo sostiene il medievista George Garnett sul numero di febbraio 2025 del mensile inglese History Today. L’esempio classico per Garnett: Tacito.
L’eredità del Franchismo in Spagna resta una questione aperta: l’uscita “dolce” del paese iberico dalla dittatura ha avuto un costo per la giustizia? La storica francese Sophie Baby affronta il tema nel suo Juger Franco ? Impunité, réconciliation, mémoire (La Découverte, 2024, pp. 376, € 24,50) sottolineando come una legge di amnistia del 1977, a meno di due anni dalla morte di Franco, ha di fatto e a lungo messo la sordina ad ogni forma di riesame del passato.
Un'indagine durata un anno condotta dal Washington Post ha documentato che almeno 3.104 bambini pellerossa sono morti, tra il 1828 e il 1970, nelle Indian boarding schools, scuole create dal governo Usa per “civilizzare” o assimilare alla cultura anglo-americana, i giovani nativi americani. Il Post ha scoperto che più di 800 di quegli studenti sono ancora sepolti nei cimiteri delle scuole che hanno frequentato o nelle immediate vicinanze.
Grecia e Regno Unito sarebbero vicini a un accordo per il ricongiungimento dei marmi del Partenone. Lo ha annunciato il quotidiano greco Kathimerini, in un articolo pubblicato dal giornalista Kostis Papadiochos e rilanciato dal sito Finestre sull’Arte. Secondo il giornale, Atene e il British Museum dovranno percorrere una distanza che sarà breve, ma al contempo sarà anche la più critica per raggiungere l’obiettivo di riunire le sculture del Partenone entro il 2025.
Le autorità slovene hanno da tempo il problema di dove seppellire i resti di migliaia di uomini, uccisi alla fine della Seconda guerra mondiale dai partigiani comunisti jugoslavi, e periodicamente riesumati in seguito alla scoperta di sempre nuove fosse comuni. L’ultima, con circa 3.000 corpi, è emersa a Macesnova Gorica, nella regione di Kočevski rog.
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